Storytelling: sentenza n.1352/2016 Tempo tuta

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Operaio che ripone nell'armadietto elmetto e tuta

Un giorno il caffè, un altro la pipì, poi la sigaretta e ancora le quattro chiacchiere prima di iniziare il lavoro. Se a queste “perdite di tempo” ci aggiungiamo che tutti i sacrosanti giorni devono anche fare melina per la vestizione con la tuta di lavoro, qui va a fine che prima di iniziare a “produrre” se va bene passa mezz’ora. Dal mese prossimo metto in bacheca un avviso che al lavoro si deve venire già vestiti con la divisa, in fondo glie la pago io. Non importa se è sporca, rossa o blu, ci si veste a casa e ci si sveste sempre a casa, e se dopo il lavoro vogliono andare al supermercato che ci vadano in tuta. A conti fatti se ci impiegano 10 minuti al mattino per indossare la divisa e 10 minuti alla sera, naturalmente prima della fine del turno, sommando tutto questo tempo per ogni operaio perdo 40 ore di produzione.
Ora chiamo il mio Consulente del Lavoro e gli dico di prepararmi la lettera per tutti i miei 120 operai. E’ ora di finirla.
Il Consulente del Lavoro chiama il Commenda dicendogli che non c’è nessun problema: “La lettera te la preparo a stretto giro, purché tu sia consapevole che dovrai pagare il lavoro straordinario per i tempi di vestizione e svestizione, anche se trascorsi a casa. Oggi si vestono in azienda durante il loro normale orario di lavoro, da “domani” lo faranno a casa. Nessun problema! Sei tu che detti le regole… Da una parte perdi “tempo” di produzione, dall’altra dovrai pagare lo straordinario

Contrariato e incavolato il Commenda se la prende con il povero Consulente: tu stai dalla parte dei lavoratori e mai dalla mia… ti pago perché tu mi risolva i problemi e non per averne degli altri. Non sono Commenda per niente, ho 40 anni di onorato lavoro alle spalle…
Il povero Consulente insistendo, ma senza infastidirlo perché altrimenti sono guai… spiega al Commenda che i supremi giudici con la sentenza nr. 1352/2016 hanno “pontificato” che al fine di valutare se il tempo occorrente per tale operazione (vestizione) debba essere retribuito o meno, occorre far riferimento alla disciplina contrattuale specifica. In particolare, ove sia data facoltà al lavoratore di scegliere il tempo e il luogo ove indossare la divisa o gli indumenti (anche eventualmente presso la propria abitazione, prima di recarsi al lavoro), la relativa operazione fa parte degli atti di diligenza preparatoria allo svolgimento dell’attività lavorativa, e come tale il tempo necessario per il suo compimento non deve essere retribuito. Se, invece, le modalità esecutive di detta operazione sono imposte dal Datore di Lavoro, che ne disciplina il tempo ed il luogo di esecuzione, l’operazione stessa rientra nel lavoro effettivo e di conseguenza il tempo ad essa necessario deve essere retribuito.
Credo” dice il Consulente “sia meglio predisporre uno spogliatoio con tanto di armadietti sia per i maschi che per le femminucce e lasciare a loro la libertà di scegliere se vestirsi in azienda o a casa considerando il tempo tuta quale tempo di lavoro…”

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