Qual è la giusta retribuzione??

retribuzione giusta

La gestione della retribuzione dei propri dipendenti è una questione fondamentale per qualsiasi datore di lavoro.
Tuttavia, spesso il focus si concentra sul netto in busta paga, trascurando il vero elemento chiave: la Retribuzione Annua Lorda (RAL).
Ma perché è così importante parlare di lordo e non di netto? Quali rischi comporta l’accordo diretto sul netto? 

In questo articolo affronteremo questi temi per considerare qual è il corretto focus nei colloqui con i dipendenti.

 
Cos’è la RAL e perché è cruciale per il corretto inquadramento?

La Retribuzione Annua Lorda (RAL) rappresenta il totale della retribuzione lorda (lo dice la parola) corrisposta al dipendente in un anno.
Concentrarsi sulla RAL consente di avere una visione completa e trasparente della retribuzione, garantendo un esatto inquadramento economico e contrattuale.

 
Ma in che senso “un esatto inquadramento economico”?

Immaginiamo di dover fare una proposta di inserimento ad un candidato allo scopo di attirarlo nella nostra azienda.
“Quanto mi darete?” è la domanda più che legittima.
“Tu quanto prendi adesso?” è la risposta giusta? No!
O meglio, sì, certo che sì, assolutamente sì, ma solo se stiamo parlando di lordo.
Questo perché?
Perché solo sul lordo abbiamo un controllo, sul netto no.
Questo perché i “tot” euro che quel lavoratore sta percependo ora come netto in busta sono il risultato di diverse variabili sulle quali non abbiamo potere.

 
Quindi come facciamo a valutare la giusta retribuzione?

Semplice, le nostre valutazioni e controproposte dovranno basarsi sul lordo attualmente percepito dal lavoratore, poiché è il solo ed unico indicatore per garantirgli/le un inquadramento adeguato e/o paragonabile alla situazione attuale.
Non dimentichiamo anche che certi Contratti hanno 13 mensilità, altri 14, vediamo un semplice esempio:

  • Un contratto con una RAL di 28.000 euro si traduce in una retribuzione mensile di 2.000,00 euro lordi in caso di 14 mensilità, oppure 2.153,84 euro lordi con 13 mensilità.
    Ma l’inquadramento non cambierebbe affatto, sempre 28.000 euro l’anno sono.
  • Il netto, invece, dipenderà da una serie di fattori, tra cui imposte, detrazioni ed eventuali benefit, oltre che logicamente dal numero di mensilità annue.

Questi dettagli evidenziano quindi l’importanza di partire dal lordo evitando discussioni basate esclusivamente sul netto, in quanto sfuggirebbero al nostro controllo.

 
Il netto concordato: una pratica rischiosa

In alcuni casi viene ugualmente concordato un netto fisso ma, sebbene possa sembrare una soluzione semplice, questa pratica presenta significative difficoltà e rischi.
Tra le molteplici variabili che influenzano il netto e che sono fuori dal controllo del datore di lavoro troviamo:

  • Cambiamenti normativi: cito come esempio recente l’esonero contributivo IVS abolito a dicembre 2024 e la nuova detrazione introdotta a gennaio 2025; questa combo ha alterato le dinamiche del netto in busta paga.
  • Detrazioni fiscali personalizzate: le quali dipendono da condizioni e scelte personali del dipendente, come familiari a carico o altre agevolazioni.

Questi fattori rendono complicato garantire un netto costante, generando potenziali incomprensioni tra le parti.

 
Accordi sul netto, sì, ma…

Discutere la retribuzione basandosi sul netto è una pratica che in linea di massima dovrebbe essere evitata. È invece più corretto e trasparente concordare una RAL, che offre una base chiara e stabile per il calcolo della retribuzione.
Quindi “qual è la giusta retribuzione da dare ai dipendenti?” “Quanto mi offrite per lavorare da Voi?” La risposta risiede nel lordo.
Solo così si può garantire una gestione retributiva corretta e sostenibile, riducendo le incertezze e stabilendo una relazione di fiducia. 

Ad esempio?
“Guarda, il tuo inquadramento attuale corrisponde a 26.000 euro lordi all’anno, qui noi te ne offriamo 28.000”. Più chiaro di così?
E il netto?
Beh, il netto… ha familiari a carico? Rinuncia alle detrazioni da lavoro dipendente perché ha un doppio lavoro e già le applica nell’altro? E il “bonus Renzi” che facciamo? Lascio o tolgo? E la nuova ulteriore detrazione la mettiamo ogni mese o a conguaglio? E la tassazione? Facciamo un 23%? E se mi chiede le tasse al 45% chi ce li mette i soldi per continuare a garantire il netto in busta che ho promesso? E chi più ne ha più ne metta.

 
“Ma a me non interessa, io comunque con i dipendenti parlo solo di netto”

Pazienza, “uomo avvisato…” come si suol dire.
Massime a parte, nulla è impossibile ed anche una corretta gestione di un “netto concordato” è assolutamente fattibile e lecita ma con le giuste accortezze e soprattutto con cognizione di causa di entrambe le parti, allo scopo di limitare ed arginare ogni possibile incomprensione.
Pertanto, quando si presenta l’occasione di valutare quanto retribuire un dipendente, contattaci per valutare il caso.

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