Bonus Decreto Aiuti e Bonus Decreto Energia: sempre 200 euro ma…

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in alto a sx bolletta luce cartacea con lampadina e calcolatrice, in basso a dx manichetta benzina

Con il recente Decreto Aiuti, che prevede il riconoscimento ai lavoratori dipendenti (e non solo) di una somma a titolo di indennità una tantum di importo pari a 200 euro, riconosciuta per il tramite del Datore di Lavoro nella retribuzione erogata nel mese di luglio 2022, sono aumentate le perplessità sul così detto Buono Carburante di 200 euro previsto dal D.L. Energia e convertito in legge.

In realtà la domanda più ricorrente riguarda il diritto, da parte del lavoratore, di avere 200 euro sia come buono carburante sia come “aiuto anti inflazione” a cura dello Stato. Già nel nostro articolo del 01/04/2022 avevamo specificato che il Bonus Carburante non era un sostegno dovuto ai lavoratori dipendenti ma un benefit “ceduto” gratuitamente e volontariamente ai lavoratori dipendenti dal proprio Datore di Lavoro. Attenzione che ”gratuitamente” non vuol dire gratis!! Sono sempre 200 euro in buoni carburante!
Partendo dal presupposto che sono due “apprezzabili” misure finalizzate a sostenere economicamente i lavoratori dipendenti in un periodo storicamente difficile come quello attuale, una nell’ambito delle misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, e l’altro, il bonus carburante, per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi in Ucraina, ciò che li accomuna è esattamente il quantum: ovvero 200 euro.
A dirla tutta entrambe le misure non costituiscono reddito ne ai fini fiscali ne ai fini previdenziali, non concorrono a formare la base di calcolo del TFR e riguardano entrambe la platea dei lavoratori dipendenti.
Pur senza alcuna indicazione precisa da parte dell’INPS (per ora! Ma siamo fiduciosi che 10 minuti prima della mezzanotte del 31 luglio 2022, ci saranno importanti novità) e, in ogni caso, in attesa che il Decreto venga convertito in legge senza alcuna modifica, sembra che con la retribuzione del mese di luglio 2022, ovvero con lo stipendio di giungo pagato a luglio, i lavoratori dipendenti, riceveranno “una tantum”, quindi una volta soltanto, un importo di 200 euro netti dal Datore di Lavoro, che provvederà poi al recupero della somma anticipata in busta paga conguagliandola dal versamento dei contributi INPS (però non sappiamo come fare ne che codici usare… ma ci siamo abituati…).
Questo bonus, definito da prestigiose testate giornalistiche “anti inflazione”, rappresenta un vero e proprio aiuto di Stato, non per niente il Decreto si chiama “Decreto Aiuti”. Naturalmente non è così semplice l’erogazione. Vi sono limiti soggettivi e oggettivi che circoscrivono il perimetro su cui muoversi.

Ad esempio il beneficio di 200 euro spetta ai soli lavoratori dipendenti che hanno usufruito dell’esonero dello 0,80% in uno dei mesi da gennaio ad aprile 2022. Sembrerebbe infatti, che i lavoratori neo assunti successivamente al mese di aprile, proprio perché non fruitori della riduzione contributiva dello 0,8% nel primo quadrimestre, non ne abbiano diritto. Inoltre il lavoratore, oltre ad avere un reddito inferiore a 2.692 euro mensili e 35.000 euro annui, non debba essere titolare di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, il tutto con decorrenza entro il 30 giugno.

Sarà opportuno, per i Datori di Lavoro, farsi rilasciare una dichiarazione dal lavoratore, che escluda una serie di casistica che possa di fatto impedire di riconoscere il “finanziamento”. Si pensi ad esempio chi è titolare di due rapporti di lavoro part-time.
Tornando poi alle perplessità sulla “debenza” del Datore di Lavoro tra:

  1. Bonus Aiuti
  2. Bonus Carburante

una cosa è certa: dei due il primo è “sicuro” o quasi, l’altro (il Bonus Carburante) è decretato, anzi convertito, ma non obbligatorio. Il primo scade a luglio e l’altro a dicembre 2022.

Penso che torneremo a parlarne, entro la fine dell’anno, quando la domanda che ci faremo sarà: “Cosa posso erogare al mio collaboratore per non essere gravato di tasse e contributi?”

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