E’ possibile lavorare sino a 70 anni ed oltre?

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uomo anziano davanti al pc che fa conteggi

In un paese dove “non si vede l’ora di andare in pensione”, non è da tutti avere la forza e la volontà di proseguire l’attività lavorativa oltre i requisiti della classica Pensione Anticipata o, addirittura, sino a quella di Vecchiaia. Ma oltrepassare questo traguardo, continuando a lavorare, è un evento eccezionale.

Chi ci segue da tempo sa che la normativa in Italia prevede la possibilità di andare in pensione essenzialmente e principalmente in due modalità:

  • Pensione Anticipata = 41 anni e 10 mesi o 42 anni e 10 mesi, più 3 mesi di finestra, a seconda che si parli di donna o uomo (alla normativa odierna)
  • Pensione di Vecchiaia = 67 anni d’età e almeno 20 anni di contribuzione (alla normativa odierna)

È anche vero che, nel nostro ordinamento, sono presenti altre opportunità d’uscita lavorativa qualora il futuro pensionato sia in possesso dei requisiti necessari.

Tra la normativa, ed alcune sentenze contrastanti in merito alla prosecuzione del rapporto oltre l’età di Pensione di Vecchiaia, in molti non riescono a trovare le indicazioni necessarie per decidere quale strada percorrere……….e allora analizziamo il caso.

Quindi c’è chi dice che si può continuare a lavorare e chi, invece, pensa che ci si debba forzatamente fermare, con l’attuale normativa, a 67 anni.

 

Ma quale delle due ipotesi sarà vera?

La risposta è: entrambi hanno ragione.

Già, perché l’età prevista per il collocamento a riposo obbligato risulta essere diversa a seconda del settore di appartenenza.

Infatti, se da una parte, nel settore Pubblico, è previsto il collocamento a riposo obbligatorio al raggiungimento dei requisiti per la Pensione Anticipata o a quella di Vecchiaia, anche se vi sono alcune eccezioni da valutare caso per caso, in ambito Privato le cose cambiano.

I dipendenti operanti nel settore Privato potranno essere collocati a riposo, dal proprio Datore di Lavoro, al raggiungimento dei 67 anni d’età (alla normativa odierna), ma posso anche, in presenza di un idoneo accordo tra Datore e lavoratore, proseguire il rapporto lavorativo ulteriormente. In alcune occasioni, potrebbe essere anche il CCNL di riferimento a dare all’imprenditore la facoltà di cessare il rapporto al compimento di una età inferiore.

 

Ma quale beneficio si trae dal proseguire l’attività lavorativa oltre i previsti limiti di legge?

I benefici sono presto detti. Infatti, grazie alla presenza dei coefficienti di trasformazione determinati sino al compimento dei 70 anni d’età, chi lavora sino ai 71 anni potrà ottenere un importo della pensione più sostanzioso.

 

E io che sono lavoratore autonomo o appartenente alla gestione Separata, cosa faccio?

Per costoro è possibile continuare a lavorare sino a quando vogliono, non ci sono limitazioni di tempo.

 

In conclusione….

….pertanto, il lavoratore che vuole continuare a prestare la propria attività lavorativa, potrà farlo previo accordo con il Datore. Quest’ultimo però, d’altro canto, si espone anche ad un rischio derivante dallo svolgimento di mansioni/attività che, magari a causa dell’età avanzata e delle sue condizioni di salute, non sia propriamente in grado di poter svolgere senza sottoporsi alla “sorte”.

Pensiamo a lavoratori che svolgono lavori pesanti ecc., ovvero mansioni verso le quali il Datore si espone ad eventuali sanzioni per la mancata tutela della salute e sicurezza del prestatore in ambito lavorativo, sebbene questo aspetto riguardi qualsiasi sia la fascia d’età del lavoratore.

Ecco che una valutazione pensionistica fatta per tempo, consente di ottenere indicazioni sui momenti e le opportunità di maturazione dei requisiti pensionistici e, conseguentemente, di poter prendere decisioni non affrettate.

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