Andare in pensione a 64 anni… si può!

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Archiviata la pensione in Quota 100, anche se di fatto è ancora richiedibile da chi ha maturato il diritto al 31/12/2021, ed in presenza oggi della possibilità di andare in pensione con Quota 102, alcune persone mi chiedono informazioni circa la pensione anticipata a 64 anni di cui hanno sentito parlare e se per loro possa essere fattibile approfittare di tale opportunità.
Ma andiamo per gradi…

La pensione di Vecchiaia, oggi conseguibile con i 67 anni d’età, risulta essere il nostro punto d’arrivo per la maturazione dei requisiti massimi. E’ da ricordare come questo traguardo possa essere periodicamente aumentato al verificarsi dei parametri di cui alla cosiddetta “Speranza di Vita” di cui abbiamo parlato QUI.
È anche utile precisare che oggi sono presenti alcune opportunità che ne consentono l’anticipo della maturazione del diritto alla pensione.
Una tra queste è, per l’appunto, la Pensione Anticipata a 64 anni.

Cenni storici

La sua introduzione è avvenuta tramite la legge Fornero (in base al Decreto-legge n° 201 del 2011 art. 24 comma 11) che ne ha definito i relativi requisiti d’accesso, divenendo oggi un istituto stabile del nostro ordinamento.

Ma quali requisiti devo avere per poterne usufruire?

I requisiti necessari non sono molti e si possono riassumere brevemente in:

  • Il soggetto deve essere in possesso di contribuzione solo a partire dal 01/01/1996, ovvero parliamo quindi di soggetti per i quali l’importo della pensione sarà determinato esclusivamente tramite il sistema contributivo
  • Ovviamente essere in possesso dell’età anagrafica di 64 anni
  • Aver maturato almeno 20 anni di contribuzione effettiva
  • E infine, aver diritto ad un importo dell’assegno pensionistico non inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale che, per il 2022, ammonta ad almeno euro 1.310,68 al mese.
Ma non tutti sanno che…

Non tutti sanno che, per il raggiungimento del requisito dei 20 anni di contribuzione, potranno essere considerati utili anche i periodi accreditati presso altre casse previdenziali, utilizzando l’istituto del cumulo contributivo. In pratica sarà possibile utilizzare la contribuzione versata, oltre che presso l’Inps, anche presso una cassa libero professionale seppur con alcune eccezioni da valutare caso per caso.

Concludendo

Come si potrà vedere detta opportunità pensionistica non sarà in grado di consentire l’accesso ad una larga platea di soggetti. Infatti, questa limitazione in particolare sarà dovuta all’impossibilità per molti di raggiungere il requisito minimo dell’importo pensione (2,8 dell’assegno sociale), per contro potrà essere un limite facilmente superabile da coloro che, durante la propria “vita lavorativa”, abbiano avuto modo di percepire retribuzioni elevate.
Ecco perché, un’accurata pianificazione previdenziale, è in grado di consentire all’interessato di creare i presupposti per approfittare anche di questa opportunità nel prossimo futuro… ovviamente salvo variazioni normative.

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