TFR: Cos’è, come si calcola, quanto ci costa!

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Calcolatrice con soldi

Il TFR, acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, “nasce” il 1° giugno 1982 con la Legge 287/82 in sostituzione della vecchia “indennità di anzianità”. Fu così che si passò da un concetto di indennità per il lavoro prestato, calcolata tramite il prodotto (ricalcolo) di una quota dell’ultima retribuzione per il numero di anni di servizio, ad un nuovo ed attuale concetto retributivo-previdenziale determinato dalla somma delle quote di retribuzione accantonate annualmente. In entrambi i casi gli effetti patrimoniali in capo al lavoratore si verificano normalmente al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

 

Curiosità

La legge 287/1982 tutela il diritto alla corresponsione del TFR del lavoratore nei casi in cui il Datore di Lavoro non possa far fronte alla liquidazione per insolvenza, istituendo un fondo di garanzia presso l’INPS, il quale assicura l’effettivo godimento del TFR da parte del prestatore.

Sempre in tema di tutele per il lavoratore il D.lgs. 80/1992 ha introdotto un ulteriore sostegno al lavoratore per il mancato pagamento delle retribuzioni non pagate nelle ultime tre mensilità, incluse anche tredicesima e quattordicesima, oltre che eventuali prestazioni di malattia e maternità.

BADA BEN!  Il Fondo di garanzia del TFR nella maggioranza dei casi è un servizio dell’Inps a favore dei dipendenti di aziende sottoposte a procedure concorsuali o esecutive che, trovandosi in stato di crisi, non possono adempiere agli obblighi retributivi previsti dalla legge. Per saperne di più segnalo il sito dell’INPS: Portale Inps – INPS-Fondo di garanzia del TFR e dei crediti di lavoro

 

Ma come si calcola il TFR

Non c’è conto più semplice per determinare il TFR.  Se ti dico di applicare il 7,41% sulla retribuzione annua lorda (RAL) del dipendente, ti sto già mettendo nelle condizioni di avere un’idea del TFR annuo maturato dal lavoratore e da accantonare a bilancio.

 

Decliniamo meglio

I dati che entrano in gioco nel calcolo del TFR sono sostanzialmente 4:

  1. La retribuzione o stipendi lordo annuo del lavoratore
  2. Il coefficiente fisso 13,5
  3. Rialzo fisso dell’1,5
  4. 75% dell’inflazione rilevata nell’anno precedente

Per calcolare la quota del trattamento di fine rapporto maturata bisogna dividere per 13,5 lo stipendio lordo annuo. Questo vale per il primo anno di lavoro, mentre per i successivi bisogna aggiungere a questa operazione anche l’1,5% di rialzo fisso e il 75% dell’inflazione (ovvero l’aumento dell’indice Istat dei prezzi al consumo).

Ma allora perché prima ho scritto di applicare il 7,41% sulla RAL ed ora mi dividi la RAL per 13,5??

PROVA A FARE IL CALCOLO… Supponi una RAL di 20.000 lordi e dividila per 13,5! Poi la Stessa RAL moltiplicala per 7,41%! Ottieni lo stesso risultato. È solo una questione di velocità di calcolo.

Ciò che rileva come complessità di calcolo nell’accantonamento del TFR è proprio la “rivalutazione” del TFR. Infatti, come detto, dal secondo anno il TFR già accantonato, e così ogni anno, viene rivalutato con una percentuale pari al 75% dell’Indice ISTAT maggiorata di un 1,5%.  Questi “interessi” di rivalutazione sono altri soldi che metti da parte per il dipendente, e sono un costo per l’azienda.

 

Attenzione Datore di Lavoro forse non sapevi che…

Il 2022 è stato un anno “orribilis” dal punto di vista inflazionistico. Questo si è riverberato sull’aumento dell’indice ISTAT e quindi anche sul conteggio della rivalutazione del TFR. Di seguito il conteggio:

MesePeriodoIndice ISTAT% indiceRateo 1,575% indiceCoeff.Rival.
Dicembre 2215/12 -14/01118,211,2994351,58,4745769,974576

Cosa significa tutto ciò? Semplicemente che il TFR accantonato ha subito una rivalutazione di quasi il 10%. Quindi in modo silente abbiamo avuto un incremento di costi considerevole. Quando parlo di TFR accantonato intendo naturalmente tutto il TFR e non solo quello dell’ultimo anno. Così se un’azienda ha accantonato a bilancio 150K di TFR si vedrà un aumento di costi del personale del 10%.

Quest’anno il trend è molto ma molto più basso dell’anno scorso, al punto che presumibilmente l’indice di rivalutazione presunto per fine anno si attesterà tra l’1,8 – 1,9%.

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