Contratto a Termine Illegittimo e
Risarcimento Danni
Le Novità

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Le recenti modifiche normative introdotte dall’art. 11 del D.L. 16 settembre 2024, n. 131, il c.d. decreto Salva Vita, hanno rivisitato l’art. 28 del D.L. vo n. 81/2015.

L’art. 28 del D.L. vo 81/2015 disciplina le tutele e le decadenze in caso di contratti di lavoro a termine, prevedendo nello specifico un Indennità Risarcitoria in caso di conversione a tempo indeterminato di un contratto a termine illegittimo. Il lavoratore, infatti, ha diritto a un’indennità risarcitoria onnicomprensiva. Questa indennità varia tra 2,5 e 12 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto.

Per capire meglio qual è stata la modifica introdotta dal decreto Salva Vita, è bene ricordare quali sono le principali e più frequenti circostanze per cui un contratto a termine è illegittimo:

  1. Mancanza di causali: Se il contratto a termine supera i 12 mesi, deve essere giustificato da una causale specifica. In assenza di questa, il contratto può essere dichiarato illegittimo.
  2. Proroghe oltre i limiti legali: La legge stabilisce un numero massimo di proroghe per i contratti a termine. Superare questo limite (4 proroghe) può rendere il contratto illegittimo.
  3. Abuso di contratti successivi: Utilizzare contratti a termine consecutivi senza interruzioni adeguate può essere considerato un abuso e portare alla dichiarazione di illegittimità. (10 giorni di calendario se il precedente rapporto ha avuto una durata fino a 6 mesi, 20 se superiore)
  4. Violazione delle norme sui rinnovi: I rinnovi dei contratti a termine devono rispettare specifiche condizioni e tempistiche. La violazione di queste norme può invalidare il contratto.

La nuova norma (decreto Salva Vita) abroga il comma 3 dell’art. 28 sopra citato e riscrive il comma 2 non riconoscendo più il limite massimo di 12 mensilità, con la conseguenza che il lavoratore, dimostrando il “maggior danno subito”, può invocare un ristoro maggiore.
In altre parole, la nuova disposizione, finalizzata a garantire una maggiore tutela dei lavoratori per allineare la normativa italiana agli standard europei, prevede che “resta ferma la possibilità per il giudice di stabilire l’indennità in misura superiore se il lavoratore dimostra di aver subito un maggior danno”.

Conclusioni

È buona prassi prestare particolare attenzione alla gestione dei contratti a termine per evitare il rischio di contenziosi e sanzioni, cosa che potrebbe riportarci a un periodo precedente al 2015, quando i tempi per le cause giudiziarie si allungavano molto. I lavoratori presentavano i ricorsi all’ultimo momento (entro i 180 giorni previsti) e usavano ogni mezzo per ritardare la decisione del giudice nella speranza di ricevere un risarcimento più oneroso.

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