Ferie e malattia una coppia perfetta!

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Termometri e pastiglie con il simbolo chiuso per ferie

Tutto quadra! Nel senso che le cose non accadono per caso. Stiamo vivendo un cambiamento climatico stravolgente, almeno così dicono i giornali, che scompagina tutte le nostre certezze. (Mah!)  Prima fa un caldo insopportabile con temperature che sfiorano i 47 gradi, poi all’improvviso la bomba d’acqua, la grandine, il temporale e il termometro scende improvvisamente di 25/30 gradi. In queste circostanze avverse (mai viste!!) ammalarsi è quasi inevitabile. Un colpo di caldo, una botta di freddo, ed ecco il raffreddore, il mal di gola, la bronchite, e chi più ne ha più ne metta…

Naturalmente come si sul dire: oltre la beffa anche l’inganno! Ci si ammala sempre (o quasi) nei periodi migliori, quelli appunto delle ferie.

 

Malattia e ferie: il diavolo e l’acqua santa! Ma vediamo di capire i risvolti sul rapporto di lavoro.

Partiamo dal presupposto normativo che “ferie e malattia sono incompatibili tra di loro” quindi, o ferie o malattia: insieme non possono coesistere. La regola generale è che la malattia interrompe le ferie.

  • La MALATTIA è uno stato durante il quale il lavoratore è impossibilitato a svolgere l’attività lavorativa. La legge tutela i lavoratori, dando loro il diritto di assentarsi durante il lasso temporale di cui hanno bisogno, ovviamente con diritto di percepire la retribuzione o un’indennità.
  • Le FERIE costituiscono un periodo di riposo retribuito, volto a recuperare le energie fisiche e mentali, necessarie a riprendere con più slancio e vigore il proprio impiego. (e bada ben: obbligatorie e irrinunciabili)

Il caso più frequente (visto il cambiamento climatico in corso) riguarda la malattia insorta durante le ferie. In questo caso l’evento morboso, la malattia, sospende la fruizione delle ferie. Questo significa in altre parole che le ferie del lavoratore potranno, anzi dovranno essere godute (diritto irrinunciabile e obbligatorio) in un altro momento…

Sia chiaro che in tale situazione il lavoratore è tenuto alla comunicazione al Datore di Lavoro dello stato di malattia al fine di convertire l’assenza per ferie in assenza per malattia. A questo proposito, secondo un indirizzo di giurisprudenza prevalente, si ritiene che la decorrenza della malattia si abbia dalla data nella quale il Datore di Lavoro viene a conoscenza dell’evento morboso.

 

Il Datore di Lavoro che può fare?

Se il Datore di Lavoro vuole verificare l’effettiva incompatibilità della malattia con le ferie, può attivare dei controlli sanitari presso l’INPS per provare l’inesistenza o l’irrilevanza dello stato di malattia tale da determinare l’interruzione delle ferie e quindi del “recupero” delle energie fisiche del lavoratore.

Ma ATTENZIONE!  Questa procedura non è la solita utilizzata per le visite di controllo. In questo specifico caso il Datore di Lavoro deve precisare espressamente, all’atto della richiesta di controllo, che si tratta di lavoratore ammalatosi durante un periodo di ferie per il quale è chiesto di accertare le condizioni per l’interruzione delle ferie stesse.

Accade infatti (ma credetemi che è molto raro) che il medico dell’INPS, visitando il paziente/lavoratore, presso l’indirizzo del certificato medico dichiarato dallo stesso lavoratore (nella località di villeggiatura…)  verifichi che la patologia è di lieve entità e pur riconoscendolo ammalato (nel rispetto deontologico verso il collega che ha emesso il certificato) disponga che l’evento morboso non sia tale da interrompere/precludere il recupero psico-fisico delle ferie… per dirla in termini più tecnici: la patologia trova giovamento nei momenti di svago. In pratica se la malattia migliora con le attività all’aria aperta, o di svago appunto, risulta compatibile con il periodo di ferie (pensiamo ad esempio ad una cefalea, o a sindrome ansioso-depressiva, o a patologie dovute a stress). In questi casi le ferie decorrono e la malattia pure. Una coppia perfetta!

Volevo solo far notare come le visite mediche di controllo si effettuano dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00, ovvero durante quelle fasce chiamate di “reperibilità”.  Ciò significa che al di fuori di quelle due fasce orarie tutto è concesso, anche la temporanea guarigione (si fa per dire naturalmente).

 

E se la malattia insorge prima delle agognate ferie? Che si fa?

A parte che qualcuno direbbe che la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo… Resta la “consolazione” che il diritto alle ferie rimane integro per essere fruito in un altro momento. Ciò non significa tuttavia, che il lavoratore possa auto-assegnarsi le vacanze. Il dipendente che va in vacanza senza l’accordo col Datore di Lavoro può rischiare il licenziamento.

Leggermente diverso il caso di un lavoratore che si ammala prima delle ferie collettive (con chiusura aziendale). Se guarisce durate il periodo di ferie programmate e collettive, egli godrà del periodo feriale rimanente con il diritto di recuperare in un momento successivo e con l’approvazione del Datore di Lavoro quelle precedentemente non godute, a causa dell’insorgenza della malattia.

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